Uno degli strumenti utilizzati nelle sessioni di coaching è quello dell'“Helicopter View”, che oggi si traduce in una vera e propria competenza di leadership essenziale nei contesti organizzativi. La visione generale, e dall’alto, anche se confusa nei suoi particolari, è uno strumento fondamentale del pensiero strategico (“strategos” etimologicamente significa “condottiero di eserciti”) e di quello sistemico (che non prende mai in considerazione una situazione particolare, senza averla prima messa in relazione con il generale). Far osservare una situazione dall'alto, da fuori, mettendola in relazione con le altre variabili dell'organizzazione è un esercizio di semplificazione, sintesi e definizione delle priorità che porta ad una maggiore direzionalità e chiarezza di intenti. Se il coach imposta un set di domande corrette, aperte e congruenti al sistema organizzazione, la prospettiva della persona cambia considerevolmente, al punto di riuscire a riconoscere se vi sono problemi latenti o di cui non si era consapevoli… anche perché quando si è "dentro al problema" è difficile riconoscerlo e riconoscere la propria parte di responsabilità. E’ la premessa per generare soluzioni semplici a problemi complessi, ma da sola non basta. Perché l’elicottero va direzionato verso alcune aree di maggior interesse, e man mano si scende di quota occorre restringere il campo e ottimizzare gli sforzi in modo fruttuoso verso un cambiamento specifico, in aree definite, risalendo ogni tanto di quota per vedere l'impatto che si ha a livello generale. L’ultimo passaggio è dare forma, quasi tangibile, al cambiamento: le situazioni cambiano quando … riuscire a immaginare prima e declinare poi i comportamenti concreti e misurabili che siano un chiaro segnale di svolta è la messa a terra del nostro elicottero, ciò che ci consentirà di misurare l'impatto delle nostre azioni per davvero e apportare le modifiche necessarie. Quindi, nel proprio sviluppo professionale, occorre tenere presente questi tre passaggi: · Helicopter View (visione dall’alto e trasversale) · Restringimento del campo (selezionare e assegnare priorità di cambiamento, controllando il loro impatto sulle altre variabili) · Messa a terra (individuazione degli indicatori -concreti e misurabili- di cambiamento) Se si vuole coinvolgere le persone della propria squadra, si può guidarli nello stesso processo, tenendo presente però che è opportuno: · Guidarli con domande, specifiche ma aperte · Lasciargli un momento di elaborazione individuale (no domande a bruciapelo) · Motivare il perché di quelle domande, dichiarare lo scopo e giocare a carte scoperte · Separare il momento di formulazione generale da quello in cui si restringe il campo, lavorando di sintesi e priorità · Fargli “vedere” o “immaginare” il cambiamento (i primi segnali di cambiamento saranno …sarò soddisfatto quando accadrà che…).