Tutti noi abbiamo un insaziabile bisogno di "orientamento". Sapevi che "orientare" deriva indirettamente da sorgere? Il termine ha a che fare con gli antichi templi e costruzioni sacre, che "sorgevano" con la facciata principale rivolta ad oriente, verso il sole. Cosa ci suggerisce questo? Dal mio punto di vista, il coaching è un percorso di orientamento, rispetto a: •Particolari e complessi momenti organizzativi caratterizzati da forti venti di cambiamento, o burrasche emotive (gestione del conflitto, stress organizzativo e crisi professionale), per sviluppare padronanza personale e professionale. Che l'orientamento è una posizione all'interno di un sistema di riferimento...
E la nostra direzione, così come la nostra posizione, è comprensibile solo avendo presente con chiarezza ciò che abbiamo attorno.
•I propri obiettivi, non sempre facili da mettere a fuoco, da perseguire, da legittimare a noi stessi. Ma la bussola non serve, se prima non ci è chiara la direzione.
•Il proprio ruolo, sia che si desideri rafforzarlo, sia in presenza di nuove nomine e nuovi mandati. Tenere il timone è una responsabilità in primo luogo verso se stessi.
•Il proprio contesto organizzativo, ovvero un insieme di storie, mete, culture, stili di direzione, ruoli e sfide da capire per sapere come muoversi. Conoscere il mare che si attraversa è una delle prime regole della navigazione.
•Le proprie motivazioni, ambizioni, valori, punti ancora (ciò che è irrinunciabile) e stelle polari (ciò che ci ispira) necessari da riconoscere per apprezzare il viaggio e sostenere gli sforzi.
•L'autoconsapevolezza dei propri schemi reattivi e-o difensivi (zavorre che rallentano)e delle proprie strategie di coping per superare le difficoltà (salvagenti che preservano nelle difficoltà).
